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National Institute for Nuclear Physics

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  • Passatore caroselloCi ha lasciati Giulio Passatore, professore amatissimo del dipartimento di fisica dell’Università di Genova, che ha guidato dal 1987 al 1990, e direttore della sezione INFN dal 1972 al 1978. Nella sua carriera si è occupato primariamente di problematiche in fisica quantistica in particolare all'elettromagnetismo ed alla teoria dello scattering. Lo ricordano con affetto Giorgio Dillon, professore dell’Università di Genova “ Giulio Passatore era una persona eccezionale, stimata e ben voluta da tutti. Aveva una capacità straordinaria di spiegare le cose con estrema chiarezza, senza mai nascondere le difficoltà e le sottigliezze che la Meccanica Quantistica pone con tutte le sue sfaccettature. E' però, a parer mio, proprio nel settore della didattica che Giulio ha lasciato la sua impronta da gigante. Monumentali erano le sue dispense (inizialmente scritte a mano!) e da ricordare anche il suo magnifico libro di esercizi, adottato anche da altre università in Italia.", Paolo Saracco, ricercatore della sezione INFN di Genova "Quasi tutti quelli della mia generazione hanno studiato elettromagnetismo e la meccanica quantistica sulle sue splendide dispense scritte a mano e fotocopiate. Innumerevoli gli aneddoti che circolavano su Giulio, a dimostrazione dell'affetto che lo ha sempre circondato.

  • ricci sitoOggi, 7 dicembre, ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN il fisico Renato Angelo Ricci è stato insignito della Medaglia INFN, prestigioso riconoscimento che l’Istituto ha deciso di conferire a chi, come Ricci, ha dato un contributo eccezionale alla storia dell’Istituto. Prima di Ricci, la medaglia è stata consegnata ad Antonino Zichichi, in occasione delle celebrazioni per i 60 anni della Fondazione e Centro per la Cultura Scientifica Ettore Majorana a Erice.
    Ricci è considerato come il padre della spettroscopia nucleare in Italia e ha ricoperto ruoli di responsabilità sia all’interno dell’INFN, dove è stato il primo direttore dei Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) e poi vicepresidente dell’INFN, ma anche in altre prestigiose organizzazioni. È stato, infatti, presidente della Società Italiana di Fisica (SIF) e della Società Europea di Fisica (EPS). È stato autore di numerosi contributi nel campo della spettroscopia nucleare, della fisica degli ioni pesanti, della storia della fisica e della fisica interdisciplinare e ha portato in Italia, a Legnaro, il primo acceleratore elettrostatico di ioni pesanti, l’acceleratore lineare TANDEM da 16 MV.
    Oggi è stato premiato dal presidente dell’INFN Antonio Zoccoli, nel corso di una cerimonia in cui sono intervenuti il direttore dei LNL Faical Azaiez, la direttrice uscente dei LNL Fabiana Gramegna, che ha ripercorso la carriera scientifica di Ricci, Pier Andrea Mandò, già direttore del LABEC (il Laboratorio di tecniche nucleari per l'Ambiente e i Beni Culturali dell’INFN e del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Firenze), che ha raccontato dei contributi di Ricci nel campo della fisica interdisciplinare, e Flavio Seno, Direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova.

    Renato Angelo Ricci.
    Laureato in fisica nel 1950 presso l’Università degli Studi di Pisa e diplomato presso la Scuola Normale Superiore nel 1951, ha perfezionato gli studi in fisica atomica e nucleare a Parigi, presso l’École polytechnique e il Collège de France, come allievo dei premi Nobel Louis de Broglie e Frederic Joliot Curie.
    Docente e ricercatore di fisica generale sperimentale e nucleare presso le Università di Pisa, Torino, Napoli, Firenze, Padova, ha diretto attività di ricerca in fisica nucleare e fisica applicata oltre che in Italia, in Olanda, Francia, Brasile e Germania.
    Pioniere nello sviluppo in Italia della spettroscopia nucleare e della fisica degli ioni pesanti, è autore di oltre 300 pubblicazioni nel campo della fisica nucleare fondamentale e applicata, oltre che di articoli e rassegne connessi con l’informazione scientifica e con i problemi energetici e ambientali. È stato anche coordinatore e autore delle voci di Fisica Nucleare dell’Enciclopedia delle Scienze Fisiche Treccani.
    Dal 1968 al 1979 ha ricoperto l’incarico di direttore dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, realizzando il progetto di installazione del primo acceleratore elettrostatico italiano per ioni pensanti (Tandem da 16 MV); dal 1980 al 1982 è stato vicepresidente dell'INFN; dal 1981 al 1998 è stato presidente della Società Italiana di Fisica, di cui è attualmente presidente onorario; e dal 1989 al 1991 ha ricoperto l’incarico di Presidente della Società Europea di Fisica (EPS).
    Nel corso della sua lunga carriera scientifica ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Medaglia d'oro della SIF per l'Anno Mondiale della Fisica 2005. Nel 1998 gli è stata conferita la Laurea honoris causa dall’Università di Bucharest e nel 1999 dall’Università di Rio de Janeiro.
    Ha promosso la partecipazione di gruppi di Padova e Legnaro alle ricerche di fisica degli ioni pesanti relativistici presso l’acceleratore SPS del CERN di Ginevra e attualmente alla collaborazione ALICE a LHC (Large Hadron Collider).

  • Monacelli infnIl 26 novembre è venuto a mancare Piero Monacelli, fisico di altissimo livello e stimato docente universitario che, dal 1992 al 1997, è stato il secondo direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'INFN e membro del Consiglio Direttivo dell’INFN. Monacelli nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi oltre a quelli già menzionati: è stato infatti membro della Commissione Scientifica Nazionale I dell’INFN come coordinatore della Sezione di Roma, presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Fisica dell’Università dell’Aquila per due distinti mandati, valutatore della National Science Foundation degli Usa per progetti di ricerca nell’ambito della fisica astroparticellare e “reviewer” del National Science and Engeneering Research Council del Canada.
    Laureato in Fisica con Lode presso l'Università degli Studi di Roma nel 1966, Monacelli diventa ricercatore INFN presso la Sezione di Roma, poi Assistente Ordinario e Professore Incaricato presso la Sapienza Università degli Studi di Roma e nel 1980 "Associate Scientist" presso il CERN di Ginevra. Dal 1987 prende servizio come Professore Straordinario presso l'Università degli Studi dell'Aquila per poi diventare Professore Ordinario a partire dal 1990.
    L’attività scientifica di Monacelli ha riguardato il campo della fisica delle particelle elementari, prima presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, poi nel campo della fisica dei neutrini al CERN di Ginevra, per poi dedicare la sua attività di ricerca alla fisica astroparticellare. Dal 1986 infatti, in seguito alla presa servizio presso l'Università degli Studi dell'Aquila, Monacelli ha fornito il suo contributo scientifico prima nell’ambito dell’esperimento MACRO e successivamente nell’esperimento OPERA. Tra i risultati più importanti dell’esperimento MACRO va ricordata la misura del flusso di neutrini atmosferici provenienti dal basso che è risultata una misura in accordo con la teoria delle oscillazioni dei neutrini muonici. L’esperimento OPERA ha invece ottenuto la prima conferma sperimentale delle oscillazioni di neutrini mediante la rivelazione diretta della “comparsa” dei neutrini di diverso sapore. I risultati ottenuti da questi due esperimenti sono stati fondamentali per la conferma del fenomeno delle oscillazioni dei neutrini, argomento per il quale è stato assegnato il premio Nobel per la Fisica 2015 a Arthur McDonald e Takaaki Kaijta. “Mi piace ricordare la lungimiranza di Piero, come direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, che promosse nel marzo 1995 il primo workshop ufficiale dedicato allo studio della fattibilità del fascio di neutrini CERN-Gran Sasso, con il primo bando per le proposte sperimentali. Questo avvenne molto prima dell'evidenza delle oscillazioni di neutrini avvenuta nel 1998. Il fascio di neutrini vide la luce nel 2006,” dichiara Francesco Ronga, collega di Monacelli prima a Frascati e poi ai Laboratori del Gran Sasso con l'esperimento Opera.
    A Monacelli va anche attribuita l'organizzazione del primo congresso internazionale dedicato alla fisica sotterranea: TAUP (Topics in Astrparticle and Underground Physics). Il congresso, organizzato nel 1989 in collaborazione con Alessandro Bottino dell’Università di Torino, si tenne presso il Castello Spagnolo dell’Aquila e fu il primo di una serie che si ripete da allora con cadenza biennale.
    “Ho avuto occasione di interagire con Piero Monacelli ai tempi della sua direzione dei LNGS e ho trovato in lui non solo un eccellente scienziato ma anche una persona disponibile e aperta: un gentiluomo, come si diceva una volta. Da direttore, Piero ha incarnato perfettamente quella fase di sviluppo pionieristico della fisica delle astroparticelle che ha permesso lo sviluppo dell'infrastruttura dei LNGS che oggi sono universalmente riconosciuti come uno dei laboratori di ricerca più importanti al mondo,” commenta Ezio Previtali, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. “Credo che Piero Monacelli sia da annoverare tra coloro che hanno contribuito in modo fattivo e sostanziale allo sviluppo della fisica astroparticellare sulla quale ha riversato buona parte della sua carriera contribuendo al suo sostanziale sviluppo.”

  • Sandra Malvezzi 2 2023Nel corso della riunione del 27 ottobre, il Consiglio Direttivo dell’INFN ha eletto Sandra Malvezzi, attuale direttrice della Sezione INFN di Milano Bicocca, come componente della Giunta Esecutiva dell’INFN. Malvezzi succederà a Chiara Meroni, che si avvia alla conclusione del suo mandato.

    Sandra Malvezzi, sposata, con due figli, è dirigente di ricerca dell’INFN, e attuale direttrice della Sezione di Milano Bicocca, oltre che componente del Collegio Docenti Dottorato in Fisica e Astronomia dell’Università di Milano Bicocca. Ha svolto la sua attività di ricerca nel campo della fisica sperimentale delle particelle elementari dedicandosi, in particolare, allo studio del sapore, sia attraverso misure di precisione ad alta statistica nel settore degli Heavy Flavour agli esperimenti E687/E831 all’acceleratore Tevatron del Fermilab a Chicago, USA, e all’esperimento CMS all’acceleratore LHC del CERN a Ginevra,  sia attraverso l'osservazione di neutrini solari, negli esperimenti CTF e Borexino ai Laboratori Nazionale del Gran Sasso dell’INFN. Nell’esperimento CMS, cui collabora tutt’oggi, ha rivolto i suoi studi anche alla fisica del bosone di Higgs, con particolare attenzione ai decadimenti nello stato finale in leptoni t per la misura degli accoppiamenti del bosone di Higgs ai fermioni, e la ricerca di fisica oltre il Modello Standard.
    Negli anni ha rivestito cariche di coordinamento nei vari esperimenti e nei comitati scientifici e di valutazione e selezione nazionali e internazionali.
    Da sempre dedica tempo ed energie alla divulgazione, collaborando all'organizzazione di mostre ed eventi, tenendo seminari nelle scuole e conferenze pubbliche.

  • Giancarlo Mantovani 2023È recentemente scomparso a seguito di una grave malattia Giancarlo Mantovani, professore emerito dell’Università degli Studi di Perugia, associato all’INFN e presidente emerito e fondatore dell’Accademia delle Scienze dell’Umbria, aveva 83 anni.

    “Giancarlo era persona dalla straordinaria umanità, con la quale ha gestito gli incarichi che ha ricoperto nella sua lunga e brillante carriera scientifica, prediligendo sempre la comunicazione e il confronto”, ricorda Patrizia Cenci, direttrice della Sezione INFN di Perugia. “Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorderà sempre anche per questa sua dote e per l’estrema signorilità e cortesia del suo modo di interagire con tutti, che rimane uno dei suoi lasciti più prezioso, al di là di quelli scientifici e manageriali. Ci mancherà molto”, conclude Cenci.

    Di origini mantovane, Giancarlo Mantovani si laurea in fisica nel 1963 all’Università degli Studi di Pavia, dove è stato poi assistente, professore in diverse discipline e libero docente in Fisica Generale. Nel 1980 si traferisce a Perugia come titolare della Cattedra di Fisica Generale, anche intuendo le forti potenzialità di questa sede universitaria, dove ha fondato nel 1981 il Gruppo Collegato di Perugia dell’INFN, divenuto, dal 1989, la Sezione INFN di Perugia, che ha guidato come direttore fino al 1994. Giancarlo Mantovani ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo della fisica perugina sin dagli albori del Dipartimento di Fisica, portandola ai più alti livelli della ricerca internazionale. Ha svolto ricerche nel campo della fisica delle particelle elementari come associato dell’INFN nell’ambito di collaborazioni nazionali e internazionali presso numerosi Laboratori di ricerca, come i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, il CERN a Ginevra, lo SLAC a Stanford in California. I suoi contributi scientifici sono stati numerosi e di grande rilievo, attraverso la guida e la partecipazione ad alcuni tra i più importanti esperimenti di fisica delle particelle elementari, che hanno condotto alla scoperta di particelle che costituiscono i pilastri dell’attuale conoscenza del mondo subatomico e delle forze fondamentali. Mantovani ha anche ricoperto importanti incarichi accademici: presso l’Università degli Studi di Perugia è stato direttore di Dipartimento, coordinatore del Dottorato in Fisica, Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e infine, dal 2011, professore emerito di Fisica Sperimentale. Molti degli attuali ricercatori, ricercatrici e docenti del Dipartimento, della Sezione INFN di Perugia, e di altri centri scientifici internazionali, sono stati suoi studenti, una discendenza scientifica che testimonia l’impronta fondamentale di Giancarlo Mantovani per la fisica fondamentale a Perugia e non solo. Dopo il ritiro dall’insegnamento, Mantovani si è dedicato con uguale entusiasmo ed energia alla fondazione e allo sviluppo della Accademia delle Scienze dell’Umbria, di cui è stato il primo presidente. L’Accademia oggi riunisce una sessantina di studiosi anche stranieri, che coprono tutti i campi del sapere, dalle discipline umanistiche a quelle della natura, da quelle della vita a quelle dell’arte, testimoniando la grande apertura interdisciplinare del suo fondatore.

     

     

  • AtlasAward22 premiDue giovani ricercatori italiani si aggiudicano l’ATLAS Thesis Award 2022, riconoscimento che premia le migliori tesi di dottorato prodotte nell’ultimo anno da dottorande e dottorandi provenienti da istituti di tutto il mondo che collaborano all’esperimento ATLAS al CERN, uno dei quattro grandi esperimenti all’acceleratore LHC, che assieme all’esperimento CMS è stato protagonista della scoperta del bosone di Higgs nel 2012. I due vincitori sono Giuseppe Carratta e Guglielmo Frattari, ricercatori associati all’INFN, che hanno conseguito il loro dottorato rispettivamente presso l’Università di Bologna e la Sapienza Università di Roma.

    La collaborazione ATLAS conta 5500 membri di 180 istituzioni in tutto il mondo, di cui oltre 1000 sono studenti e studentesse di dottorato, i destinatari, appunto, dell’ATLAS Thesis Award, che premia ogni anno i risultati più innovativi ottenuti nel corso del loro lavoro di ricerca svolto in ATLAS e pubblicati nelle loro tesi finali. Otto le tesi di dottorato risultate vincitrici dell’ultima edizione del premio, tra cui quelle discusse da Giuseppe e Guglielmo e realizzate in collaborazione con le sezioni INFN di Bologna e Roma.

    Giuseppe Carratta è stato premiato per la tesi dal titolo “Search for Type-III See Saw heavy leptons in leptonic final states using proton-proton collisions at √s = 13 TeV with the ATLAS detector”, per cui si è occupato di ricerca di segnali di fisica oltre il Modello Standard nei dati raccolti da ATLAS tra il 2015 e il 2018.

    Guglielmo Frattari ha invece ricevuto il riconoscimento per la tesi “Investigating the nature of dark matter and of the Higgs boson with jets and missing transverse momentum at the LHC”, che lega la ricerca della natura della materia oscura con il bosone di Higgs, due interessanti questioni attuali del Modello Standard delle particelle elementari.

    Maggiori dettagli sul sito ATLAS Italia: https://web.infn.it/atlas/atlas-thesis-award-2023-premio-a-guglielmo-frattari-e-giuseppe-carratta/

  • Luciano Majorani 2023Ci ha lasciati Luciano Majorani, storico dirigente amministrativo dell’INFN che, con competenza e dedizione, ha contribuito in modo sostanziale alla formazione della solida struttura amministrativa dell’Istituto che supporta tutte le attività dell’INFN e garantisce le condizioni per la realizzazione della sua ricerca scientifica di eccellenza.

    “Sono stato assunto all’INFN nel 1982 – ricorda Roberto Pellegrini, già vicedirettore generale e responsabile degli Affari Internazionali dell’INFN – in qualità di collaboratore di Luciano e con lui ho quindi condiviso una lunga e intensa attività professionale e poi, nel tempo, una profonda amicizia ed affetto reciproci. Uomo di grande cultura e straordinaria sensibilità umana, sempre equilibrato, pacato, competente e cortese, mi piace ricordare Luciano come una persona che, pur ricoprendo incarichi di vertice nell’amministrazione dell’Istituto si è sempre distinto non per l’autorità, che pure i suoi incarichi gli conferivano, ma per l’autorevolezza che tutti gli riconoscevano. Da lui ho molto appreso e molto gli devo. Ciao Luciano, maestro e amico, mi mancherai.”

    Nato a Genova nel 1930, Luciano Majorani entra a far parte della comunità INFN sul finire degli anni ’50 presso la Sezione di Genova. Qualche anno più tardi Icilio Agostini, altro storico dirigente dell’INFN, lo chiama a Frascati, presso i nascenti Laboratori Nazionali, per dar vita alla struttura amministrativa che oggi è l’Amministrazione Centrale dell’Istituto. Prendono allora forma i primi provvedimenti che hanno configurato quelli che all’epoca venivano chiamati i Servizi Amministrativi Centrali, nonché della rete di convenzioni con le varie Università italiane che via via nel tempo hanno ospitato, presso i rispettivi Dipartimenti di Fisica, quelle che, sempre all’epoca, venivano chiamate Unità Operative dell’Istituto, oggi Sezioni. Persona di grande intelligenza e capacità manageriale e organizzativa da subito attira le attenzioni dei Presidenti succedutesi nel tempo e di cui è stato stretto e fidato collaboratore: Gilberto Bernardini, Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini, Claudio Villi, Alberto Gigli Berzolari, Antonino Zichichi, Nicola Cabibbo, Luciano Maiani. Tra le varie cose, Zichichi in particolare lo incarica di curare gli aspetti amministrativi-gestionali della nascente Scuola di Erice. Stessa cosa richiesta da Luciano Guerriero per l’istituzione dell’Agenzia Spaziale Italiana, e da Carlo Rizzuto per l’Istituto Nazionale di Fisica della Materia. La sua carriera professionale lo ha portato a ricoprire i più alti incarichi presso l’Amministrazione Centrale: nel 1980 passaggio da dirigente a dirigente superiore; nel 1990 nomina a dirigente generale; nel 1995 e per un triennio fino al 1997 (anno del suo pensionamento), conferimento dell’incarico di direttore dell’Amministrazione Centrale. Nel corso della sua attività professionale è stato componente di numerose commissioni, comitati e gruppi di lavoro cui ha sempre apportato il suo prezioso contributo fatto di competenza, saggezza e capacità di mediazione. Luciano Majorani, in modo particolare, ha sempre curato i rapporti esterni, quelli con i politici e i ‘ministeriali’, nella prospettiva di assicurare all’Istituto le migliori condizioni per poter lavorare con risorse pubbliche adeguate, ma anche con tutta l’autonomia di cui necessita la comunità scientifica. Majorani è stato fondatore, direttore e animatore della Scuola di Bressanone, grazie alla quale dal 1990 al 2014, per venticinque anni continuativi, gli Enti Pubblici di Ricerca hanno potuto contare su una importante funzione formativa, un prezioso momento di incontro degli addetti alla gestione degli EPR. Tra i relatori, oltre a personalità politiche e istituzionali, presidenti, direttori generali degli enti di ricerca e degli uffici ministeriali, addetti alle relazioni con l’Unione Europea, dirigenti sindacali, giuristi. La Scuola di Bressanone ha contribuito a diffondere le conoscenze utili per il migliore esercizio quotidiano delle funzioni di supporto alla ricerca, per sviluppare la capacità di approfondire e dibattere i diversi temi via via di interesse, per rinsaldare i rapporti personali tra gli operatori dei diversi enti. Luciano Majorani ha anche ricoperto per decenni l’incarico di componente e Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della SIF Società Italiana di Fisica.

    “Ho lavorato per sei anni con Luciano nell’INFN, e serbo di lui il ricordo indelebile di una persona gentile, di grande professionalità e fortemente legata al suo lavoro e all’Ente”, ricorda Luciano Maiani, già presidente dell’INFN dal 1993 al 1998. “Luciano era disposto ad ascoltare gli argomenti degli altri, ma anche a difendere, con garbo, le proprie opinioni, soprattutto quando si entrava nel campo dell’autonomia dell’INFN. Ho partecipato alla Scuola di Bressanone, la sua creatura prediletta che ha formato generazioni di dirigenti dell’Amministrazione Statale”. “Un ricordo di Luciano che mi è molto caro – prosegue Maiani – è quando, di ritorno in Italia dopo il CERN, sono andato a trovarlo con mia moglie nella sua casa di Monterosso in Liguria. Data la sua esperienza, volevo avere un suo consiglio in vista della mia nomina alla presidenza CNR. Come sempre è stato accogliente, preciso e mi ha incoraggiato a intraprendere la nuova avventura. Dopo un piacevole pomeriggio, siamo venuti via rassicurati, con in più una bottiglia di crema di limoncello delle Cinque Terre, fatto da sua moglie Maria Rosa”.

    “Ci ha lasciato Luciano Maiorani, collega e amico di tutti gli anni nei quali mi sono occupato a diverso titolo di ricerca pubblica e delle sue istituzioni”, ricorda Ugo Braico, ex dirigente generale dell’INFN. “È stato una delle colonne portanti dell'amministrazione dell'Istituto, per il quale ha lavorato senza sosta e molto proficuamente per molti lustri, a cominciare dai pionieristici anni Cinquanta dello scorso secolo. Un grande professionista e un dirigente illuminato, attento anche alle esigenze dei collaboratori. L’INFN non lo dimenticherà”.

     

     

     

     

  • workshop rivelatori Bari 2022I progetti di frontiera della ricerca in fisica fondamentale stanno ponendo sfide tecnologiche che impegneranno la comunità scientifica per almeno i prossimi trent’anni: in particolare, per lo sviluppo dei futuri rivelatori di particelle, strumento indispensabile in tutti gli ambiti, dalla fisica delle particelle elementari alla cosmologia, dalla fisica nucleare alla ricerca della materia oscura. Per confrontarsi sulle prospettive tecnologiche e sulle possibili scelte, le comunità che si occupano di Ricerca e Sviluppo (R&D) di rivelatori nei diversi settori scientifici si sono recentemente incontrate a Bari in occasione dell’INFN Future Detector 2022, il terzo della serie di workshop avviata nel 2014 dall’INFN, tra i leader mondiali nello sviluppo di tecniche di rivelazione e tecnologie d’avanguardia.

    Lo sviluppo dei rivelatori di particelle del futuro è, dunque, un tema chiave sia a livello europeo per l’attuazione della European Startegy of Particle Physics (ESPPU), nell’ambito della quale è stata messa a punto una specifica roadmap in fase iniziale di implementazione al CERN, sia a livello globale perché un analogo processo si sta concludendo anche negli Stati Uniti, dove grande rilievo è stato dato alla R&D dei rivelatori e alla necessità di preservare le relative competenze, in un contesto di collaborazione internazionale.

    Tutto ciò pone di fronte a opportunità e sfide inedite, mentre lo sviluppo di rivelatori innovativi richiede non solo una grande varietà e complessità di competenze, ma anche la capacità di proporre nuove idee e di pianificare nuovi esperimenti. “L’incontro in presenza, che ha chiamato a raccolta esperti ed esperte del settore provenienti da tutti gli ambiti scientifici, ha mostrato la vivacità delle idee e il rinnovato interesse a rafforzare e migliorare le competenze, – commenta Nadia Pastrone, ricercatrice INFN impegnata come contatto italiano nella roadmap – e ha ribadito anche l’importanza del coinvolgimento dei più giovani, sia per la loro capacità di portare contributi nuovi, sia per la rilevanza che la formazione delle prossime generazioni di esperti riveste per un settore di punta e in continua e rapida evoluzione”.

    Durante il workshop, esperti e giovani ricercatrici e ricercatori si sono confrontati su prospettive, idee e strategie, evidenziando le diverse esigenze sperimentali, allo scopo di individuare anche un orientamento condiviso di fronte a un panorama in mutamento. È quindi rilevante che chi opera nei diversi settori scientifici possa far avanzare le proprie attività di R&D, trovando spazio adeguato a tutti i livelli e in coordinamento con le comunità internazionali, non solo di ECFA, lo European Committee for Future Accelerators che sta supportando il lavoro della comunità scientifica nell’ambito della ESPPU, ma anche delle consorelle APPEC per la fisica astroparticellare e NUPPEC per la fisica nucleare.

    Nel corso di INFN Future Detectors sono stati anche affrontati temi di frontiera ma di sempre maggiore attualità come le tecnologie quantistiche, senza tralasciare il trasferimento tecnologico, data l’importanza che esso riveste per lo sviluppo e la competitività dell’industria, e per l’impatto che ne può derivare a beneficio della società. “Abbiamo voluto includere la tematica attualissima e innovativa delle tecnologie quantistiche perché rappresentano una nuova frontiera per lo sviluppo dei rivelatori”, spiega Alberto Quaranta presidente della commissione scientifica INFN per la ricerca tecnologica. “Questo campo potrebbe offrire prestazioni rivoluzionarie e aprire nuovi e stimolanti orizzonti alla ricerca e non solo”.

    La vita dell’esperto in rivelatori innovativi richiede un lungo percorso di formazione e aggiornamento, che rende gratificante, anche se impegnativa, la professione e i suoi riconoscimenti. Nell’organizzazione del workshop, si è sperimentato un formato non convenzionale che ha dato voce a tutti. Per ciascuna tematica, introdotta da un gruppo di esperti, alcuni sintetici contributi orali approfondivano ricerche specifiche, lasciando infine ampio spazio alla discussione plenaria. “Una sessione conclusiva ha permesso ai partecipanti di riassumere tutti gli elementi utili a preparare un documento finale. Sono stati identificati i punti di forza della comunità italiana, le prospettive future a medio-lungo termine e le eventuali criticità. Infine, abbiamo individuato nuove iniziative che possano favorire la crescita e il passaggio di competenze in un settore strategico per l’INFN”, conclude Emilio Radicioni ricercatore INFN, che ha coordinato il comitato scientifico del workshop.

     

     

     

     

     

  • Perini sito

    Laura Perini, professoressa di fisica nucleare e subnucleare dell’Università Statale di Milano e ricercatrice INFN, ci ha lasciati all’età di 70 anni.

    La professoressa Perini ha svolto la sua attività di ricerca nell’ambito della Fisica Sperimentale delle Particelle Elementari. Ha preso parte e contribuito a numerosi esperimenti al CERN, occupandosi sin dai primi anni Novanta della progettazione e preparazione dell’esperimento ATLAS all’acceleratore LHC, che nel 2012 ha permesso la scoperta del Bosone di Higgs, insieme all’esperimento CMS. All’interno della collaborazione ATLAS, Laura Perini si è concentrata sui problemi di calcolo posti dalla straordinaria quantità di dati che l’esperimento comporta, e in quest’ambito ha sostenuto il progetto di calcolo distribuito “Grid”, poi effettivamente utilizzato, e ha avuto un ruolo strategico nella progettazione e nell’evoluzione dell’infrastruttura di calcolo scientifico dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare in uso da circa venti anni.

    Molti gli incarichi organizzativi e in ambito scientifico da lei ricoperti: dal 2012 al 2017 è stata Direttrice del dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” e membro del Senato Accademico dell’Università Statale di Milano, e dal 2019 è stata anche membro del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo.

    Oltre alle attività didattiche e scientifiche, la professoressa Perini si è impegnata a lungo nelle attività di promozione della Fisica. Responsabile per il dipartimento di Fisica dell’Università Statale di Milano del Progetto Lauree Scientifiche (PLS), finanziato dal MIUR con lo scopo di favorire la crescita dell’interesse degli studenti delle scuole superiori verso le materie scientifiche e la Fisica in particolare. Rilevante anche il suo impegno per migliorare la preparazione in ingresso degli studenti.

    “Laura era una persona di grande equilibrio e pacatezza e tutti la ricordano come una persona infaticabile, solare e sempre al lavoro per ricomporre le situazioni.” Ricorda Chiara Meroni, componente della Giunta Esecutiva INFN e già direttrice della Sezione di Milano, e aggiunge: “Grazie alla sua visione sull’importanza del calcolo scientifico e soprattutto dell’analisi di grandi quantità di dati, ha svolto un ruolo trainante nelle attività di punta dell’INFN in questo settore.”

    “Con la scomparsa di Laura, l'INFN e la Sezione di Milano perdono una collega di grande spessore e professionalità, competente e cortese,
    disponibile e generosa, gentile e sorridente ma soprattutto un'amica," ricorda Mauro Citterio, direttore della Sezione INFN di Milano. "Laura ha partecipato a diversi esperimenti al CERN (Omega e UA2) e ha dato importanti contributi alla progettazione e preparazione dell'esperimento ATLAS e a lei si deve la struttura italiana del calcolo di secondo livello.” 

  • Collage Vincitori Virgo Awaerd 2022I giovani ricercatori Francesco Di Renzo, Università di Pisa e sezione INFN di Pisa, Eleonora Polini, del Laboratorio LAPP/IN2P3 del CNRS francese, e Marco Vardaro, Università di Amsterdam e Istituto di fisica subatomica dei Paesi Bassi -Nikhef, sono i vincitori della seconda edizione del Virgo Award, assegnato dalla collaborazione internazionale Virgo, ogni anno, a giovani scienziate e scienziati della collaborazione, per il loro significativo contributo all’operatività dell’esperimento e ai risultati della collaborazione Virgo. 

    In particolare, Il Virgo Award 2022 è stato assegnato, secondo la motivazione della giuria, a Francesco di Renzo “per il suo grande impegno nelle attività di caratterizzazione del rivelatore e ‘caccia ai rumori’”, a Eleonora Polini “per i contributi continuativi ai banchi ottici e alle attività di ‘squeezing’” e a Marco Vardaro “per aver contribuito all’implementazione delle attività di ‘squeezing dipendente dalla frequenza’ e ‘commissioning’”.

    "Sono stati premiati tre fisici brillanti che, nonostante la giovane età, hanno già dato contributi significativi all’esperimento, – ha dichiarato Giovanni Losurdo, che guida la Collaborazione Virgo e ricercatore dell’INFN – lavorando su aspetti cruciali per migliorare le prestazioni del rivelatore in vista della ripartenza della presa dati, nella primavera del 2023. Il Virgo Award si conferma un momento importante per riconoscere il lavoro dei giovani scienziati, che non sempre sono sotto i riflettori".

    La cerimonia di premiazione ha avuto luogo oggi, 7 luglio, a EGO Osservatorio Gravitazionale Europeo durante la Virgo Week, appuntamento trimestrale di confronto dell’intera Collaborazione internazionale svoltosi questa settimana.

    “Dedico questo premio a tutti i fantastici colleghi, in particolare a quelli più giovani, che ho avuto il piacere di incontrare nell’ambito della Collaborazione Virgo, – ha commentato Francesco Di Renzo – sono grato al comitato del premio e considero questo premio, oltre che un riconoscimento, uno stimolo a fare di più e meglio in vista del prossimo periodo di osservazioni”.

    “È per me un onore e anche una grande sorpresa ricevere questo premio, – ha dichiarato Eleonora Polini– sono contenta che il mio lavoro sia riconosciuto dalla Collaborazione Virgo, che in questi anni di dottorato è diventata per molti versi come una famiglia per me. L’emozione per i risultati che abbiamo ottenuto durante il commissioning ha sempre ripagato il duro lavoro che ho speso sul rivelatore”.

    “Per me è un grande onore aver ricevuto questo premio, – ha detto Marco Vardaro – sono membro della Collaborazione Virgo dal 2014 e negli ultimi 4 anni ho lavorato al funzionamento dell’esperimento Virgo. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in me e che mi hanno guidato in questo periodo in cui ho imparato molte cose e sono cresciuto sia scientificamente sia umanamente”.

    La giuria che ha selezionato i vincitori è composta da scienziati di spicco nel campo della fisica delle onde gravitazionali: Lisa Barsotti (MIT Kavli Institute – LIGO), Monica Colpi (Università di Milano Bicocca e INFN), Gabriela Gonzalez (Louisiana State University), Frank Linde (Istituto di fisica subatomica dei Paesi Bassi – Nikhef ), Catherine Nary Man (Centre National de la Recherche Scientifique) e Andrea Vicerè (Università di Urbino e INFN).

    La Collaborazione Virgo è attualmente composta da circa 700 membri di 129 istituzioni in 16 diversi paesi (principalmente europei).

    Francesco Di Renzo è ricercatore post-doc presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa, associato alla Sezione INFN Pisa e membro della Collaborazione Virgo. È attivo nello studio del rumore e nella caratterizzazione del rivelatore Virgo, per migliorarne la sensibilità ai segnali astrofisici.

    Eleonora Polini ha studiato fisica alla Sapienza Università di Roma, e completato il suo percorso di Laurea Magistrale in Florida e in Giappone, facendo ricerca sperimentale nell’ambito della fisica delle onde gravitazionali. Sta concludendo il dottorato in Fisica in Francia dove ha avuto la possibilità di lavorare all’esperimento Virgo, in particolare sul commissioning sia del sistema di detection sia della nuova tecnica di riduzione del rumore quantistico. Il suo maggiore interesse di ricerca è l’ottica quantistica applicata al miglioramento dei rivelatori di onde gravitazionali.

    Marco Vardaro si è laureato all’Università di Trento nel 2014. Nello stesso anno ha iniziato il dottorato di ricerca presso l’Università di Padova ed è diventato membro della collaborazione Virgo. Dal 2019 ha un assegno di ricerca post-doc presso l’Università di Amsterdam e dal 2020 si è trasferito nuovamente presso il sito di Virgo per partecipare all’installazione e al commissioning dell’esperimento per il quarto run di osservazione (O4). Durante questo periodo ha lavorato sia sul controllo dell’interferometro sia sulla diminuzione del rumore quantistico ad alta frequenza, con l’iniezione di speciali stati di luce chiamati stati squeezed.